Vi assicuro che, ironìa del titolo a parte, è stato molto difficile per me mandar giù il documentario (discutibile) mandato in onda da Report ! Non so se per coscienza morale, esperienze varie, ristrettezza mentale e/o pregiudizi … comunque vi avevo avvertito che questa puntata sarebbe stata molto delicata. E lo è stata, ancora di più del previsto :

Era da tempo che conoscevo questa pratica e complice questo servizio di Report sulla estensione globalizzata e delocalizzata degli uteri in affitto e sulle madri surrogate dell’India, ho deciso di approfondire l’argomento, del quale  si occuparono anche le Iene

Le cose che trovo più sconvolgenti in questi servizi sono l’apparente naturalezza e freddezza da parte del personale medico nel trattare queste procedure, gli aspetti legali variabili da paese a paese senza un regolamento di base condiviso (nel quale il nostro paese sembra assumere un atteggiamento molto ristrettivo e anche molto chiuso) e soprattutto la visione di riscatto economico (e sociale, di conseguenza) che spinge alcune donne indiane ad affrontare quese procedure e “affittare” il proprio corpo.

Non mi stupirei di vedere la stessa cosa in Italia, se fosse resa legale questa pratica.

L’esempio della donna americana nel servizio di Report che ha utilizzato il denaro ottenuto per acquistare armi, sarà un esempio estremo, forse nemmeno il più estremo, per questa forma di “mercimonio” del corpo femminile seppur con scopi “benefici” e “a favore” di tutte le parti (la famiglia pagante, spesso occidentale e benestante, avrà un figlio, la clinica avrà il suo compenso e la donna che “affitta” il proprio utero, avrà denaro per acquistare una casa o per mandare a scuola i suoi figli biologici, e qui ci vuole la distinzione per non confondere) ma questa possibilità ha spalancato un portone che potrebbe essere difficile ridimensionare e controllare.

Anche l’esempio della donna di spettacolo che non vuole perdere la propria forma fisica per la gravidanza è un esempio abbastanza estremo e fin qui sono persone in grado di procreare. In USA hanno usufruito di madri surrogate Sarah Jessica Parker (chi ? Carrie Bradshaw di “Sex and the City“) e Ricky Martin, divenuti poi genitori di gemelli.

(Aggiornamento 30/03/2010 : Guarda un pò che coincidenza … proprio oggi Martin ha confermato la propria omossessualità, avverando un terribile sospetto che le fan del “cantante dal sedere marmoreo basculante ad alto effetto ipnotico” celavano con sempre più difficoltà nei propri cuori. A loro le mie condoglianze per questo ennesimo sogno infranto da principe azzurro gay. Dopo George Michael, l’outing colpisce ancora …)

Così come l’omosessuale, che nel servizio di Report si occupa di instaurare una “catena di produzione per bambini” (il termine è forte, lo so, ma descrive bene la situazione), diventato padre rappresenta uno scenario impensabile fino ad alcuni anni fa.

Altro discorso meriterebbe la donna sterile o che non riesce a portare a termine la gravidanza, e qui potrebbe entrare in ballo la fecondazione eterologa, vietata “formalmente” nel 2004.

In quell’anno anch’io votai contro la possibilità della fecondazione eterologa, esprimendomi a favore degli altri tre quesiti (si a clonazione e crioconservazione degli embrioni sovrannumerari a scopo di ricerca, possibilità di diagnosi preimpianto in casi particolari e differenza di diritti tra embrione e essere umano) e oggi sto rivalutando la mia posizione sulla eterologa, ma credo che non cambierò idea … ritengo ancora adesso la legge 40 del 2004 (qui il testo) sulla fecondazione medicalmente assistita, frutto di cattiva informazione e “corretta” disinformazione, o per essere più comprensibile, per assenza di una adeguata informazione a riguardo.

Come ogni referendum, ammesso che si fossero compresi gli argomenti e i quesiti, a volte per dire si bisognava segnare “no” e per dire no bisognava segnare “si”, cercando di non confondersi … così oggi paradossalmente non si può effettuare la diagnosi preimpianto su embrione proveniente da genitori portatori di malattie genetiche gravi, ma si può praticare l’aborto qualora gli esami diagnostici prenatali (amniocentesi, villocentesi) ne confermino la presenza allo stato fetale.

Infatti l’aggiornamento di Report mostra come stiano apparendo delle aperture in questa legge restrittiva a seguito dei ricorsi delle coppie interessate, almeno quelle che non fanno un viaggio per avere un figlio (non adottato).